La Storia di Oristano
La città di Oristano sorge al centro della vasta pianura del Campidano, lungo la costa occidentale della Sardegna, nell’immediato entroterra del golfo che porta il suo nome.
La varietà paesaggistica è ciò che contraddistingue il suo territorio e che ha garantito l’insediamento dell’uomo fin dal VI millennio a.C.: spiagge protette da insenature riparate dai venti, approdi facili e stagni pescosi, zone erbose per allevare gli animali, terreni pianeggianti per la coltivazione e montagne con pinete ricche di legname e selvaggina.
Scopriamo di seguito la storia di Oristano e come si è evoluta la città nei secoli.
Preistoria
La presenza dell’uomo nel territorio di Oristano risale al VI millennio a.C., epoca in cui alcune comunità dedite alla caccia, alla pesca, all’agricoltura e allo sfruttamento dei giacimenti di ossidiana del Monte Arci cominciano a stabilirsi lungo la costa. Sono molteplici i resti di villaggi con aree sepolcrali annesse (Conca ‘e Illonis, Cùccuru is Arrìus), Domus de Janas (Tombe Ipogee), Menhirs e Tombe Megalitiche risalenti a questo periodo.
Secoli XVI-XI a.C.
Si diffonde la civiltà nuragica, caratterizzata dalla costruzione di torri di pietra tronco-coniche destinate al culto e alla difesa dei villaggi e dei confini tribali. Sono peculiari di questa civiltà i bronzetti ex voto, i templi a pozzo come il Pozzo di Santa Cristina, le tombe dei giganti (sepolture collettive) e i betili. Nel secolo IX a.C. compaiono sulle coste i mercanti fenici, ai quali si deve la fondazione di città come Tharros, nella Penisola del Sinis e Othoca, l’attuale Santa Giusta.
Secoli VI-III a.C.
I cartaginesi occupano il territorio dell’oristanese. Le città di Tharros, Neapolis e Cornus diventano importanti centri economici, mentre decade Othoca.
Dal 227 a.C. al 456 d.C.
Nel 227 a.C. i romani costituiscono, dopo circa dieci anni di battaglie contro i cartaginesi, la Provincia di Sardegna e Corsica. I romani potenziano le attività economiche dei centri urbani, costruiscono strade, ponti, acquedotti, e favoriscono il latifondo e la cerealicoltura. Per vigilare sui ribelli dell’interno nascono i centri di Forum Traiani (Fordongianus) e di Uselis (Usellus).
456 d.C. – secolo IX
La Sardegna viene occupata dal popolo germanico dei vandali, cui seguono, nel 534, i bizantini, che la trasformano in una provincia dell’Esarcato d’Africa. Il governo civile e il comando militare sono esercitati rispettivamente da un Praeses o Judex provinciae residente a Karalis (Cagliari), e da un dux che risiede a Forum Traiani. Nel VIII secolo iniziano le prime incursioni arabe. Risale a questo periodo la prima testimonianza storica del centro urbano di Aristanis (Oristano), menzionata da Giorgio di Cipro nella sua opera Descriptio Orbis Romani.
Secolo IX – 1420
Per una migliore organizzazione dell’isola e per fare fronte alle incursioni saracene, lo Judex provinciae assegna i propri poteri ai luogotenenti dei distretti di Calari, Torres, Gallura e Arborea. In virtù dell’isolamento politico causato dalle invasioni, i luogotenenti si rendono autonomi autoproclamandosi Judices e creando i 4 regni sovrani o giudicati. Fra essi il giudicato d’Arborea, con capitale prima Tharros e poi Oristano, avrà una storia più lunga e gloriosa. Il giudicato o regno d’Arborea vive il suo apogeo nel secolo XIV quando, dall’alleanza con il confinante Regno di Sardegna e Corsica occupato dai catalano-aragonesi, passa alla guerra ad oltranza contro di esso. Dal 1365 al 1409 i giudici arborensi occupano quasi tutta la Sardegna ad eccezione delle città di Cagliari e di Alghero. Ma nel 1409 Guglielmo III viene sconfitto a Sanluri e, nel 1420, il territorio del giudicato diviene parte del Regno di Sardegna e Corsica.
1420 – secolo XVI
Durante la dominazione catalano aragonese, il territorio giudicale viene diviso in vari feudi fra i quali emerge il Marchesato di Oristano, che comprende Oristano e i suoi Campidani. Nel 1478 il marchese Leonardo Alagon si ribella al sovrano spagnolo Giovanni II, ma viene sconfitto e i suoi beni sono incamerati nel patrimonio dal regno spagnolo. Nel 1479 Oristano diventa Città Regia.
Secolo XVII
Durante la guerra dei Trent’anni, nel febbraio del 1637, truppe francesi sbarcate nel golfo di Oristano saccheggiano la città e le zone limitrofe. Incalzati dai sardi, i soldati abbandonano la città lasciando due pezzi d’artiglieria, undici battelli, trentasei prigionieri e otto stendardi, quattro dei quali sono conservati nella Cattedrale di Oristano. Dal 1652 al 1655 la peste infierisce nelle pianure provocando una gravissima carestia.
Secoli XVIII-XIX
Il Trattato di Londra del 1718 sancisce la cessione del Regno di Sardegna ai duchi di Savoia, principi di Piemonte. Nell’agosto del 1767 Oristano e i suoi Campidani sono consegnati in feudo al ricco commerciante Damiano Nurra Conca, che prende il titolo di Marchese d’Arcais. Nel 1796, in seguito alla cacciata dei piemontesi, Oristano aderisce pallidamente alla rivolta antifeudale di Giò Maria Angioy. Nel 1838 il re sardo-piemontese Carlo Alberto abolisce il feudalesimo e assegna le terre ai contadini. Nel 1881 si inaugura il monumento dedicato alla giudicessa Eleonora d’Arborea.
Secolo XX
Nel 1921 nasce ad Oristano il Partito Sardo d’Azione. Nel primo dopoguerra viene costruita l’imponente diga di Santa Chiara sul fiume Tirso. Durante l’epoca fascista, tra il 1920 e il 1930, si svolgono i lavori di prosciugamento dello stagno di Sassu, con la bonifica del territorio e la fondazione del centro abitato di Mussolinia (Arborea). Il 16 luglio 1974 Oristano diventa il capoluogo della quarta Provincia sarda.